Un laboratorio congiunto in cui sviluppare i più avanzati sistemi di automazione e robotica in grado di assicurare la tracciabilità totale di campioni e dati in ambito clinico, rendendo più efficace il processo di analisi e mirando all’eliminazione di ogni errore umano. E’ l’obiettivo della partnership tra Gruppo Inpeco, multinazionale svizzera specializzata nei sistemi di automazione per la medicina di laboratorio, e l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: insieme svilupperanno soluzioni innovative “in linea con i principi di automazione e di industria 4.0”. Il laboratorio sarà finanziato da Inpeco con 3,5 milioni, e coinvolgerà un team dedicato di 30 ricercatori nei laboratori dell’Istituto di BioRobotica a Pontedera.
L’accordo punta nello specifico a sviluppare tecnologie che si pongono a supporto dell’uomo nel processo di analisi e di salute digitale per ridurre errori di diagnosi potenzialmente letali. In quest’ambito l’Istituto di BioRobotica svilupperà di una nuova linea di ricerca, l’Advanced laboratory automation, che combina in modo costruttivo i benefici delle competenze scientifiche dei ricercatori con la precisione e la ripetibilità delle macchine automatiche.
“Nel Dna di Inpeco c’è sempre stata la volontà di innovazione – sottolinea GianAndrea Pedrazzini, presidente del Gruppo Inpeco – L’incontro con una realtà così prestigiosa ed autorevole in ambito europeo come la Scuola Sant’Anna ci ha fin da subito stimolati ad approfondire una collaborazione che promette interessanti sviluppi tecnologici e di ricerca per il mondo della salute. La rete internazionale dei ricercatori della Scuola è per noi ulteriore garanzia di visione ed expertise globali”.
“La missione di Inpeco – aggiunge Christian Cipriani, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna – ci ha affascinato fin dal primo incontro e non poteva che essere accolta con entusiasmo da parte nostra. Il laboratorio congiunto consentirà di esplorare e creare in tempi rapidi una massa critica in un settore di ricerca praticamente vergine, che presenta ampi margini di sviluppo, con enormi impatti sui processi di analisi, e dunque per la salute”.