Lavoro e automazione: nell’industria 4.0 l’uomo sarà “attore abilitante”

Le nuove prospettive dell’occupazione all’epoca della quarta rivoluzione industriale nel libro di Annalisa Magone e Tatiana Mazali, “Il lavoro che serve”. Un viaggio nelle fabbriche e negli uffici alla ricerca di ciò che le macchine non elimineranno, ma trasformeranno

Pubblicato il 09 Ott 2018

FrontCOVER-Lavoro-che-serve

La via Italiana all’Industria 4.0 è “incerta, difficile, con punte d’eccellenza guidate per lo più da iniziative personali, capaci di aprire orizzonti nuovi”. A fotografarla è il nuovo libro di Annalisa Magone e Tatiana Mazali, “Il lavoro che serve. Persone nell’industria 4.0”, pubblicato da Guerini e associati. L’obiettivo è di raccontare le imprese che stanno interpretando la trasformazione 4.0 e le sue contraddittorie manifestazioni, in termini di cultura manageriale, sviluppo organizzativo, scelte tecnologiche, ruolo dei lavoratori, modelli regolativi, percezioni dei sindacati. La ricerca è stata realizzata da Torino Nord Ovest in collaborazione con il Politecnico di Torino e con il sostegno di Nctm Studio Legale e Lee Hecht Harrison Italia, mentre alla ricognizione dei casi d’impresa ha collaborato la Fim Cisl Nazionale.

Il volume raccoglie le storie delle fabbriche che hanno saputo accogliere le nuove tecnologie e ora affrontano la sfida di gestirle nel modo migliore, e delle persone che hanno verificato con mano l’utilità delle macchine e dei robot, ma che hanno anche capito che queste soluzioni da sole non sono risolutive. Allo stesso

Si tratta di una ricerca sul campo – condotta tra il settembre 2017 e il giugno 2018, che vuole fotografare la situazione di questo momento di passaggio per le imprese del Made in Italy.

Sono state intervistate in tutto 131 persone in 11 regioni, per un viaggio lungo 26mila chilometri tra le realtà produttive italiane. Ne è emersa una via italiana all’Industria 4.0, caratterizzata da un adeguamento ponderato e a volte persino “lento” alle nuove tecnologie digitali, dove la priorità viene data sempre alla cultura del prodotto. In un contesto in cui le persone non sono i lavoratori che verranno spazzati via dai robot, ma spesso il fattore determinante per il successo della trasformazione digitale, l’abilitatore in grado di guidare l’innovazione.

Cinque i capitoli del volume, ”Persone” dove 10 fabbriche vengono raccontate dalle voci delle persone che vi lavorano; “La via italiana” dove viene spiegato senso della ricerca, “Grammatica del digitale”; dove l’industria 4.0 viene vista dalla prospettiva della cultura digitale e dei media di comunicazione come strumenti chiave dell’organizzazione nelle fabbriche che si fanno intelligenti; “Grammatica del lavoro”, che analizza il modo in cui cambiano la composizione del lavoro, i suoi contenuti, le gerarchie, le aspettative di imprese e lavoratori; “Voci”, che raccoglie punti di vista di operatori settoriali, come esperti di formazione, giuslavoristi, esperti di innovazione specializzati su alcuni mercati esteri, che aiutano a leggere la realtà italiana.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati