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Digitalizzazione nell’edilizia: sfide e soluzioni digitali per un futuro sostenibile



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L’industria delle costruzioni fatica a tenere il passo con altri settori in termini di digitalizzazione. Hilti Italia, con il contributo scientifico di SDA Bocconi School of Management, esplora le opportunità offerte dalla tecnologia per migliorare la produttività e la sostenibilità, superando ostacoli culturali e organizzativi

Pubblicato il 1 lug 2024



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Fonte: Hilti

Carenza di manodopera specializzata, problemi legati alla salute e alla sicurezza degli operatori, elevati livelli di emissioni di carbonio. Sono le sfide che il comparto dell’edilizia sta affrontando a livello globale e che minano produttività e competitività. Grazie all’impulso della digitalizzazione, l’industria delle costruzioni ha l’opportunità di migliorare efficacia ed efficienza dei flussi di lavoro puntando a una maggiore sicurezza e sostenibilità.

“In Italia, il settore dell’edilizia e delle costruzioni è quello in cui la produttività per addetto è minore della media e dove è maggiore la differenza di produttività fra le micro/piccole/medie imprese e le grandi aziende. Di conseguenza è quello nel quale è più urgente ed opportuno l’investimento in infrastrutture tecnologiche e sviluppo di nuove competenze.” (Fonte: McKinsey, 2024)

Negli ultimi decenni, il settore non è riuscito a mantenere lo stesso ritmo di crescita di altri comparti. La natura tradizionale e locale dell’industria delle costruzioni si è sommata alla frammentazione del mercato e delle soluzioni tecnologiche oltre che alla resistenza al cambiamento.

Su questi temi Hilti Italia, con il contributo scientifico di SDA Bocconi School of Management, ha inaugurato presso il “Velodromo” del Bocconi Campus la prima edizione del Productivity Lab, che vuole essere un vero e proprio laboratorio creativo di idee sulla trasformazione digitale grazie a un proficuo scambio di esperienze.

Cosa significa digitalizzazione per l’industria delle costruzioni

Un fenomeno pervasivo e ineluttabile. Così potremmo descrivere la digitalizzazione che è trasversale ai settori, ai processi, alle aziende e ai mercati e impatta sulla produttività di diverse industrie. Riduttivo pensare che si tratti di una pura questione di tecnologia, che piuttosto rappresenta lo strumento. Quello che richiede è un cambiamento culturale e strategico. Il vero motore sono gli obiettivi di business e le persone.

Così Paolo Guenzi, Fondatore e Direttore del Commercial Excellence Lab (CEL), Professore associato di Marketing & Sales presso Università Bocconi ha delineato il profondo cambiamento del contesto in cui si muovono le aziende. Anzitutto a causa del progresso tecnologico impressionante sia in termini di miglioramento delle performance che di varietà di strumenti disponibili.

“Un’altra spinta arriva dai clienti dove il digitale aiuta ad anticipare e soddisfare le richieste sempre più pressanti di una esperienza veloce, semplificata e personalizzata – ha sottolineato Guenzi – Noi usiamo il termine di ‘amazonizzazione delle aspettative’ perché in qualsiasi settore i buyer misurano la propria esperienza rispetto a quella che Amazon ha settato come standard per i consumatori. Infine, ci sono i concorrenti che impongono almeno di considerare se e come utilizzare le tecnologie, pena il rischio di restare esclusi dal mercato e di pagare lo scotto di una perdita di competitività”.

E se per i manager la digitalizzazione è una priorità strategica soprattutto in termini di evoluzione (fare meglio ciò che già si fa), bisogna capire come indirizzare questa trasformazione, ha proseguito Guenzi. Occorre costruire la consapevolezza per orientarne il potenziale. A tal fine, è importante avvalersi di una infrastruttura tecnologica tanto quanto sviluppare le competenze per governarla.

“Il tema è decidere perché e cosa digitalizzare definendo uno schema di gioco: quante e quali azioni portare in campo e come si devono muovere i giocatori per metterle in pratica. Ci si può porre l’obiettivo di aumentare l’efficienza o l’efficacia, oppure di perseguirle contemporaneamente. Poi capire cosa trasformare digitalmente: i processi interni o l’interazione con clienti o altri soggetti esterni. Sicuramente la tecnologia ha tanto più impatto tanti più processi si decide di trasformare” ha aggiunto Guenzi.

Perché la digitalizzazione nell’industria delle costruzioni stenta a spiccare il volo

La digitalizzazione nell’industria delle costruzioni rappresenta un alleato indispensabile per aumentare la produttività, risparmiando tempo e costi, e perseguire una crescita sostenibile. Tuttavia, “Molte aziende faticano a prendere decisioni perché sono talmente impegnate a gestire le operazioni quotidiane che non riescono a cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione” ha osservato Paola Caiozzo, Fondatrice e Coordinatrice del CEL, Senior Lecturer di Leadership, Organization and Human Resources presso SDA Bocconi School of Management.

Caiozzo si è soffermata sulle principali difficoltà: gli investimenti necessari, la riorganizzazione del lavoro e la necessità di nuove competenze. “Sono diverse le aziende che si concentrano sulla tecnologia, sottovalutando il fattore umano. Se il digitale è il mezzo, la gestione della trasformazione è un fenomeno umano. Le resistenze all’adozione della tecnologia, come il ‘technostress’, possono essere superate aiutando le persone a percepire la tecnologia come un’opportunità o ‘technopower’ piuttosto che una minaccia”.

Come implementare con successo la digitalizzazione nell’industria delle costruzioni

Per avere successo, spiegano i docenti, la passione è essenziale: essere pronti a fare sacrifici e affrontare i rischi, spinti dalla convinzione che ne valga la pena. Per ridurre lo sforzo, sono indispensabili metodo, disciplina e contaminazione con altre realtà oltre che strumenti tecnologici adeguati e una formazione appropriata. Serve una strategia chiara e ben comunicata. Le persone devono essere coinvolte e stimolate, consapevoli delle resistenze fisiologiche che possono emergere, anche quando le soluzioni funzionano bene.

La concretezza è altrettanto importante: significa tradurre la strategia in azioni operative concrete che rispondano alle esigenze del business, non solo alle scelte tecnologiche. Infine, il supporto in termini di allineamento delle risorse e delle strategie e l’ascolto. Le strategie imposte dall’alto spesso falliscono perché non tengono conto degli impatti e delle resistenze delle persone coinvolte.

Hilti come partner per la digitalizzazione nell’industria delle costruzioni

Ed è proprio sull’ascolto e sulla collaborazione diretta con i clienti per comprenderne meglio le esigenze e proporre soluzioni altamente innovative, che da sempre si basa il modello di business Hilti e a cui si deve il nuovo purpose Making Construction Better.

“Originariamente, la nostra Azienda ha sempre investito in prodotti, software e servizi con l’obiettivo di incrementare la produttività nei cantieri e dei professionisti dell’industria delle costruzioni. L’arrivo della digitalizzazione ha permesso di accelerare la crescita della produttività e il software è diventato un componente chiave della nostra offerta,” ci ha riferito Yves Van Den Kieboom, Direttore Marketing di Hilti per l’Europa meridionale, in un’intervista. “Se in passato, progettavamo software e servizi per promuovere le vendite del hardware, oggi il software è una parte integrante del nostro business. Quest’ultimo è uno stimolo per elevare la nostra posizione in quanto ‘partner di digitalizzazione’ e commerciale nell’industria delle costruzioni. I nostri investimenti nell’ambito del software si riflettono in acquisizioni come Fieldwire, per collegare il cantiere con l’ufficio, e 4PS, per gestire finanziariamente i progetti di costruzione con sistemi ERP su misura.”

Yves Van Den Kieboom, Direttore Marketing di Hilti per l’Europa meridionale

Parlando di strategia, Van Den Kieboom sottolinea che, per Hilti, è importante essere un partner concreto e quindi l’Azienda investe in team che sono dedicati a diversi mercati e che aiutano i suoi Clienti ad adottare e gestire al meglio le nuove soluzioni digitali. “Dobbiamo assicurarci di non perdere la mentalità tipica degli imprenditori del software, che è più veloce e agile. E soprattutto dobbiamo aiutare le persone ad abituarsi a questo approccio e trarne beneficio anche per altri progetti. Hilti, un’azienda innovativa, affidabile, e orientata al futuro, è capace di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e mantenere un forte impegno verso i suoi Clienti e la loro Sicurezza. La nostra è una realtà lungimirante che guarda oltre le esigenze immediate per anticipare le future necessità del mercato.”

In sintesi, le riflessioni che emergono dal discorso di Yves Van Den Kieboom sono: evoluzione del Business Model, centralità del Software, partnership e supporto ai Clienti con un’attenzione particolare verso la fase di implementazione delle nuove soluzioni tecnologiche, mentalità agile e imprenditoriale che andrebbe trasmessa anche ai Clienti per aiutarli a trarre vantaggio dalle nuove tecnologie in modo trasversale.

Fieldwire di Hilti, il software di gestione cantieri

Acquisito nel 2021, Fieldwire è uno strumento all-in-one semplice da usare grazie a cui la gestione del cantiere genera pratiche virtuose di sostenibilità e produttività. L’approccio digitalizzato guida il lavoro di tutti i professionisti in cantiere, dai capisquadra ai direttori di progetto, i quali possono collaborare e condividere informazioni in tempo reale.

Tra i principali vantaggi di Fieldwire figurano una migliore gestione della documentazione raccolta in uno spazio condiviso insieme a moduli e report personalizzati che permettono di monitorare il lavoro completato.

Fieldwire consente di assegnare i compiti in tempo reale, assicurando che le informazioni siano sempre aggiornate e facilmente accessibili. Questo non solo facilita la comunicazione e collaborazione tra ufficio e cantiere, ma anche la verifica del lavoro svolto, risparmiando tempo e costi e accelerando il completamento dei progetti.

“I Clienti che utilizzano Fieldwire affermano come la loro esperienza lavorativa quotidiana e la produttività si siano trasformate grazie alle sue prestazioni, la semplice integrazione e facilità d’uso. Fieldwire consente di risparmiare più di 1 ora di lavoro per utente ogni giorno ed essere così più efficienti sul campo. Il software è così semplice da poter essere utilizzato anche dai principianti e abbastanza potente da soddisfare le esigenze complesse dei più grandi progetti di costruzione al mondo”, concludono i Fondatori di Fieldwire.

Il potenziale di scalabilità e formazione per piccole e grandi imprese

Scalabilità e versatilità sono i fattori che hanno permesso a Fieldwire di apportare benefici in vari progetti di digitalizzazione nell’industria delle costruzioni. Sempre in occasione dell’Hilti Productivity Lab, i fondatori di Fieldwire Yves Frinault, Co-founder & CEO e Javed Singha, Co-founder & COO hanno sottolineato che, indipendentemente dalla qualità del software, è fondamentale “Testare il software per capire se verrà effettivamente adottato e utilizzato dalle persone. Importante è anche valutare – hanno osservato – se il software è adatto a progetti di diverse dimensioni. Fieldwire, ad esempio, può essere utilizzato sia per piccoli che per grandi progetti”.

Esempi concreti sono arrivati da una piccola azienda artigianale come Fratelli Rossi che grazie a Fieldwire ha migliorato la comunicazione tra ufficio e cantiere potendo contare su un ambiente unico dove poter gestire documenti e fotografie in maniera veloce, pratica ed efficace. Ciò consente di seguire l’avanzamento del cantiere senza recarsi in loco, con informazioni che ne accompagnano tutto il corso.

Ma anche un’azienda più grande come Techbau, che sviluppa progetti di ingegneria civile e infrastrutture in Italia e all’estero, ha sperimentato i vantaggi di un software come Fieldwire al servizio delle informazioni, che aiuta a standardizzare i processi che riguardano anche i subappaltatori e richiede il minimo sforzo formativo.

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