Microsoft Innovation Summit

Intelligent Manufacturing, un’autostrada per la Digital Servitization

Il Microsoft Innovation Summit ha mostrato come il settore industriale stia andando oltre la semplice produzione di prodotti, grazie all’introduzione di nuovi servizi a valore abilitati dalla trasformazione digitale

Pubblicato il 31 Mag 2019

intelligent manufacturing

Uno dei settori più interessati dalla trasformazione digitale è senza dubbio quello industriale: ecco perché al Microsoft Innovation Summit di Milano è stata organizzata una speciale tavola rotonda (coordinata da Mauro Bellini, direttore di Industry4Business) dedicata all’intelligent Manufacturing. Un mondo come ha messo in luce Maurizio Svaluto, Sales Director Manufacturing and Resources di Microsoft Italia, è da tempo nel mirino della casa di Redmond. Che è perfettamente consapevole dei grandi mutamenti che ne stanno cambiando il volto: il cambiamento della domanda dei consumatori finali, sempre più alla ricerca di una customer experience “unica”, sta spingendo le imprese del settore secondario a puntare sempre più sulle nuove tecnologie come Cloud, IoT e Big Data, con l’obiettivo di guadagnare quella elasticità e flessibilità necessaria per competere in uno scenario sempre più globale.

Con un occhio sempre più attento alla sicurezza e alla necessità di una maggiore automazione del processo produttivo. “La rivoluzione dell’intelligent manufacturing crea una opportunità quasi irrinunciabile per il nostro Paese: quella di colmare un gap che negli ultimi decenni abbiamo accumulato in termini di valore aggiunto legato al prodotto finito. Come Microsoft offriamo dei servizi tecnologici ospitati su una piattaforma cloud di grande accessibilità, mettendoci a disposizione dei nostri partner e clienti per aiutarli nella trasformazione digitale delle loro imprese”, ha spiegato Svaluto. Una trasformazione, quella dell’Intelligent manufacturing, che non solo è in grado di migliorare la qualità del processo di produzione, riducendo le sacche di inefficienza, ma che è soprattutto capace di abilitare l’offerta di servizi innovativi a beneficio dei clienti finali (digital servitization).

Una strada che è stata seguita dalla quasi totalità delle aziende intervenute alla tavola rotonda che, proprio grazie alla trasformazione digitale sono riuscita ad andare oltre la semplice vendita di prodotto Jacopo Palermo, CEO di Impresa Percassi & General Manager Immobiliare Percassi, ha illustrato il progetto Chorus Life, che prevede la realizzazione a Bergamo di un nuovo quartiere. Che non si limiterà soltanto alla realizzazione di nuove costruzioni ed edifici, quanto piuttosto a offrire una vera e propria esperienza a residenti e turisti. Quest’ultima sarà resa possibile dall’implementazione massiva della sensoristica IoT, che consentirà agli utenti di avere a disposizione, direttamente sul proprio smartphone, una serie di informazioni utili per la propria visita o soggiorno. Una digital servitization che, ovviamente, ha avuto bisogno di avere alla base una infrastruttura di base fisica ben definita, capace di permettere a numerose tecnologie diverse di lavorare insieme: la scelta è ricaduta sul cloud Microsoft, che è in grado di abilitare al meglio un’orchestrazione altrimenti davvero complessa.

Sui servizi ha deciso di puntare anche un colosso come CNH industrial, produttore di macchine agricole e industriali, che comprende brand piuttosto noti come Iveco e New Holland. Come ha raccontato Laura Ferrero, CNH Industrial, la rivoluzione della servitization nel gruppo prende corpo con la connettività applicata direttamente ai veicoli agricoli e commerciali: i dati ottenuti sono utilizzati sia per ottimizzare le attività commerciali che per liberare nuovi flussi di entrate, grazie all’introduzione di servizi digitali innovativi (monitoraggio dei consumi di carburante, manutenzione predittiva, ecc), basati sul cloud di Microsoft Azure e le sue tecnologie intelligenti, basati sull’ampio insieme di dati ottenuti durante il funzionamento del mezzo. Servizi che sono monetizzabili, con i clienti che sono disposti a pagare per ottenere queste informazioni di valore.

Sempre verso la servitization va l’esperienza di Datalogic, come ha raccontato Rinaldo Zocca, Responsabile Ricerca e Sviluppo: l’azienda, storca produttrice di apparecchi per la raccolta dei dati, come i lettori di codice a barre, ha deciso di puntare anche su servizi in grado di portare valore aggiunto al cliente finale (manutenzione predittiva, funzionamento delle batterie, ecc). “Noi siamo un’azienda manifatturiera abituata a vendere prodotti, è la prima volta che proponiamo qualcosa di as a service e, dunque, è un qualcosa che cambia il nostro go to market model, che deve essere adeguatamente comunicato. La scelta di Microsoft è stata ponderata, dopo un confronto con altre realtà: noi abbiamo gamme di prodotto molto ampio, da Microsoft abbiamo trovato la necessaria flessibilità dal punto di vista architetturale”.

Nel settore dei trasporti Guido Gumiero, Direttore Tecnico Ricerca e Sviluppo di Texa, ha raccontato l’esperienza della sua azienda, realtà di eccellenza nella sensoristica e nel monitoraggio ambientale, che è riuscita a capitalizzare l’utilizzo spinto dell’IoT che si sta diffondendo nel settore automotive. La società vanta un portfolio di soluzioni complete per la diagnostica e per portare intelligenza nell’automotive e nella smart mobility in generale, che sono destinati a operatori come assicurazioni, noleggio auto, ecc. Anche un settore come quello del food & Beverage può essere coinvolto dalla sfida dell’intelligent maintenance: lo dimostra il caso di Celli Group, che ha portato l’innovazione digitale in prodotti decisamente tradizionali come la spillatura di bevande. Anche in questo caso l’IoT è la chiave per abilitare la servitization, permettendo ad esempio al produttore di birra di controllare la qualità del prodotto e monitorarne la quantità erogata.

Tutt’altro settore ma sfide ugualmente impegnative sono state affrontate da un attore protagonista del mondo industriale come Leonardo, come ha raccontato Andrea Busa, Head of Big data Analytics & Cybersecurity di Leonardo: in particolare le soluzioni di Microsoft hanno consentito di costruire una piattaforma 4.0, capace di costruire un bacino di dati comuni tra tutte le diverse attività industriali di Leonardo, permettendo anche un efficace allineamento tra IT e OT. Persino un settore come la distribuzione di materiale elettrico può beneficiare di una maggiore automazione e dell’utilizzo del macchine learning, ha invece raccontato Thierry Conte, Direttore Logistica e processi Sonepar. Ad esempio per migliorare l’organizzazione del pricing e per la prevenzione degli errori nella supply chain. Quello che invece accomuna aziende molto diverse come Officine Maccaferri, Nice e Prysmian è l’utilizzo del CRM di nuova generazione Microsoft, Dynamics 365, per abilitare la trasformazione digitale, in particolare grazie a un utilizzo più efficace dei dati a disposizione.

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